La Corte di Cassazione con la sentenza n. 25355 del 2017 ha confermato il principio di diritto secondo cui il requisito dell'apparenza della servitù, necessario ai fini del relativo acquisto per usucapione (art.1061 c.c.), si configura come "presenza di segni visibili di opere permanenti obiettivamente destinate al suo esercizio e rivelanti in modo non equivoco l'esistenza del peso gravante sul fondo servente, in modo da rendere manifesto che non si tratta di attività compiuta in via precaria, bensì di preciso onere a carattere stabile".
Pertanto, ai fini dell'acquisto di una servitù di passaggio, non è sufficiente l'esistenza di una strada o di un percorso idonei allo scopo, ma è necessario che essi mostrino di essere stati posti in essere al preciso fine di dare accesso attraverso il fondo preteso servente a quello preteso dominante, ossia è necessario un "quid pluris", rispetto alla mera esistenza di un percorso o di una strada, che dimostri la loro specifica destinazione all'esercizio della servitù.
Nella specie, la Suprema Corte ha confermato la sentenza di merito che aveva escluso che l'apertura nella recinzione di un fondo potesse costituire quell'elemento che dimostrasse la specifica destinazione all'esercizio della servitù di passaggio che si pretendeva acquistare per usucapione.
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